La figura della madre in 1984 e nella lettera del 28 febbraio 1778 di Mozart
Pianoforte e commento: Filippo Pantieri
Voce recitante: Sabina Spazzoli
Violino: Gabriele Raspanti
Musiche di: W.A. Mozart
Evento in collaborazione con l’Assessorato alla Politiche Giovanili del Comune di Forlì
«Il ricordo della madre gli diede una fitta al cuore perché essa era morta amandolo, in un’epoca in cui era troppo giovane ed egoista per ricambiarla di quello stesso amore…Quelle stesse cose, come si accorgeva, non potevano accadere oggigiorno. Oggi c’era la paura, odio, dolore, ma nessuno provava più la dignità di commuoversi, né la forza di un dolore profondo, complesso. Gli parve di leggere tutto ciò nei grandi occhi di sua madre e di sua sorella che riguardavano attraverso l’acqua verde, a centinaia di leghe di profondità, mentre andavano man mano affondando».
George Orwell, 1984
Parigi, 3 luglio 1778
«Pianga con me, amico mio! Questo è stato il giorno più triste della mia vita. Scrivo alle due di notte. Ed è necessario che glielo comunichi: mia madre, la mia cara madre, non è più. Dio l’ha chiamata a sé, l’ho visto bene e perciò mi sono rimesso alla sua volontà. Lui me l’aveva data, lui poteva quindi togliermela. Si immagini solo tutta l’agitazione, le preoccupazioni e l’angoscia in cui ho vissuto in questi ultimi quattordici giorni. È morta ormai priva di coscienza, si è spenta come si spegne un lume. Io le stringevo la mano, le parlavo, ma lei non mi vedeva, non mi udiva e non sentiva più nulla».
Wolfgang Amadeus Mozart
Lettera all’abate Joseph Bullinger
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Le Sonate K 304 e K 310 di Wolfgang Amadeus Mozart
Sul concerto di Pantieri e Raspanti
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